Da 5 a 37 €
Vorrei ritrarre all’inizio la biblioteca di quartiere di una citta d’inverno. Un antro di calore casualmente molto ben fornito per passione singolare della direttrice, con 3 o 4 impiegati fissi.
Questi ranghi di libri e tavoli a volte singoli a volte condivisi diventano un habitat di sicurezza e di conforto, ma anche di litigio e violenza, di un’umanità varia e spesso disperata o problematica o chissà, particolarmente felice: la donna che si rifugia lì perché a casa c’è un uomo violento, i fidanzatini che entrano per limonare ma poi trovano un libro perché li si fa così e allora alla fine un po’ limonano un po’ leggono un po’ fanno sesso in bagno, il senza tetto che ci passa le giornate per scaldarsi, fare due chiacchere e leggere i russi, e passare un tempo diverso a contatto di persone che sono gentili con lui in modo normale, che lo fanno sentire integrato, gli universitari sotto esame e sotto anfetamine, nervosi scattosi, voraci, la traduttrice di poesie, poetessa anch’essa, il pensionato solo... una commedia umana svariata, innamorata, felice, spiazzata, dolente tutta china su delle pagine di carta che girano e girano e penne che scrivono e graffiano i fogli fino a diventare, a volte, un concertato musicale.
Non escludo che giocando sui doppi ruoli ogni tanto appaia l’autore del libro che qualcuno dei protagonisti sta leggendo: James Joyce, Pirandello, Santa Teresa, Moliere, Silvia Plath…
Ma poi, a momenti, ad uopo, vorrei che grazie a movimenti di scaffali e cambio di personaggi quella biblioteca si trasformasse ed echeggiasse tutte le biblioteche del passato (la parte per il tutto) e fosse simbolo e segno di tutte le mitiche biblioteche del mondo e potesse cambiare scala, al momento giusto, tempo e forma e diventare alcune delle biblioteche più famose della storia dell’umanità, con qualche ben scelto abitante dell’epoca: quella inventata da Borges, dove c’è tutto il sapere passato, presente futuro; la biblioteca benedettina dell’Abbazia di San Gallo in Svizzera, dove Umberto Eco ha girato il Nome della Rosa, patrimonio dell’Unesco; la biblioteca del monastero di Strahov a Praga in Repubblica Ceca, tra le raccolte di libri antichi più prestigiose del mondo; la biblioteca Nazionale di Parigi che conserva qualcosa come 30.000.000 libri; la biblioteca Oratoriana dei Girolamini a Napoli, dove Giambattista Vico era di casa, la biblioteca Vaticana, di difficilissimo accesso, culla dei più scandalosi segreti della storia d’ Occidente e d’Oriente… E poi le biblioteche dell’antica Università di Padova che celebra nel 2022 i suo 800 anni e che saranno luogo di studio e di suggestione.
In quanto sede maggiore di pensieri accorati scaturiti da menti effervescente e pulsanti come Galileo. Chissà quanti di questi pensieri sono nati nella Sala dei quaranta.
Consideriamo che le neuroscienze identificano proprio nel concetto di “pensiero accorato”, la superiorità umana rispetto l'intelligenza artificiale.
Allora forse è proprio lì, tra le sale magnifiche dell'Università patavina... tra un tavolo e l’altro… che l'umano accorato, assorto, in preda a stati d’animo fondamentali che definiscono il mondo, forse è proprio lì che l’umano facendosi poi voce, ma corpo e teatro, resiste. Combatte. E sta.
Da 5 a 37 €