Ogni anno il TSV apre i suoi teatri e le sue sale prove a chi vuole avvicinarsi al teatro mettendosi in gioco in prima persona. Con un’ampia programmazione in grado di coinvolgere dai 7 ani 70 anni, il TSV si fa promotore di altri modi di raccontare e vivere il teatro in modo partecipativo.
A cura di Mattia Berto
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Dopo il successo dello scorso anno torna a Treviso il progetto di teatro di Cittadinanza di Mattia Berto, che si sta muovendo nelle città del Veneto. Una chiamata per tutti i cittadini dai 18 anni in su che hanno voglia di scendere in campo per raccontare i luoghi del cuore. Sarà lo sguardo di chi abita ed ama Treviso a dar vita ad una performance aperta alla cittadinanza in un luogo magico della città. Ancora una volta, il teatro di Cittadinanza, condivide e anima le piazze, le strade e i luoghi che viviamo e chiede a chi lo incontra di raccontare e raccontarsi per costruire uno sguardo nuovo di collettività sul domani.
A cura di Isabella Moro e Susi Danesi
Gli incontri svilupperanno due linguaggi, quello della narrazione teatrale e quello della danza creativa. L’espressione corporea e l’azione teatrale si complementano e si rafforzano in un percorso in cui il corpo è protagonista e gioca con le sue infinite possibilità di comunicazione. Si gioca con immaginazione, vissuto interiore, emozioni, relazione con l’altro e spazio che ci circonda. Ogni giorno succedono piccoli eventi che ci fanno ridere o piangere. Che cosa rende comica una situazione che apparentemente è tragica o viceversa? Il gelato che cade a terra può essere tragico se per averlo mamma ha aspettato in coda tanto tempo; comico se la persona a cui cade è il direttore della scuola. Il teatro diventa una lente di ingrandimento per vedere la realtà da diversi punti di vista.
A cura di Mattia Berto
Il teatro è gioco, è luogo della scoperta, del travestimento, è lo spazio e il tempo del gruppo. A teatro si racconta di sé, si ripercorrono le notti magiche di quando si era bambini e grazie ad esso, anche noi grandi, per un tempo unico e catartico, torniamo fanciulli. Useremo le parole e lo sguardo di Italo Calvino e di altri grandi autori che si fonderanno con le nostre storie. Animeremo i Campi della città con azioni teatrali che coinvolgeranno tutti quelli che hanno voglia di giocare con noi. In un momento storico di profonde trasformazioni, ancora una volta, l’idea di un teatro di comunità, che si interroga e condivide, ci permetterà di costruire uno sguardo limpido sui luoghi che amiamo e viviamo. Eterni sognatori di utopia e vita, il teatro come cura e rivoluzione.
A cura di Susi Danesin, Isabella Moro
Lo spettacolo convoglia una miscela inedita di linguaggi: danza, mimo e LIS, usati ciascuno in maniera drammaturgica volta a raccontare una storia. Il segno si mescola alla coreografia e alle azioni mimiche: il loro uso così calibrato, ha il fine di mantenere la potenza espressiva di ciascun linguaggio e non farne semplicemente puro sfoggio ornamentale.
Oltre ad essere esteticamente inedito, altro punto di forza di FILIS risiede nella possibilità di essere fruibile parimenti dai bambini udenti e sordi e di poter essere veicolo di creazione e riscrittura di immaginari condivisi intorno alla Lingua dei Segni.