Si inserisce nel segno delle riscritture Bayadère, la coreografia firmata da Michele Di Stefano per il Nuovo Balletto di Toscana. Nella tradizione la sua scena più celebre, il Regno delle Ombre, si presenta al limite tra il reale e l’al di là. In questa riscrittura il nuovo Regno delle Ombre vuole appartenere ai tempi eccezionali che stiamo vivendo: fa riferimento a qualcosa di perduto e a qualcosa di possibile allo stesso tempo, qualcosa che riguarda la presenza dei corpi e l’intreccio delle loro traiettorie in uno spazio che non è più soltanto un al di là ma è un presente che desidera essere reinventato con delicatezza e passione.
Trailer
di Michele Di Stefano
Bayadère è un balletto intriso di esotismo idealizzato, sia nella trama melodrammatica che nell’estetica dell’insieme.
Nella tradizione la sua scena più celebre, il Regno delle Ombre, si presenta borderline al limite tra il reale e l’aldilà, dove le ombre che appaiono sono come congelate nella loro tragica condizione e i movimenti che compiono sono rituali; l’atto esprime una visione che esula dal contesto e che apre a un passaggio di puro movimento, astratto e lucido nella sua semplicità formale.
Il mio interesse è rivolto proprio al potenziale compositivo che questa scena contiene, non per replicarla ma per scatenare tutta la sua forza dinamica ed anche per restituire all’allucinazione di Solor la sua vera natura psichedelica. In questa riscrittura il nuovo Regno delle Ombre, così misteriosamente carico di suggestioni, vuole appartenere ai tempi eccezionali che stiamo vivendo, perché fa riferimento a qualcosa di perduto e a qualcosa di possibile allo stesso tempo, qualcosa che riguarda la presenza dei corpi e l’intreccio delle loro traiettorie, in uno spazio che non è più soltanto un al di là ma è un presente che desidera essere reinventato con delicatezza e passione.