Irina Brook al Fondaco dei Tedeschi per la mostra collaterale di House of Us. La regista franco inglese questo pomeriggio ha visitato il lifestyle department store a due passi dal Ponte di Rialto in occasione dell’esposizione di opere legate al progetto performativo House of Us. Part I-The Mother che il TSV – Teatro Nazionale ha organizzato grazie alla collaborazione con il Fondaco dei Tedeschi.
Le opere esposte nella sala dell’Event Pavillion presentano uno dei temi principali indagati dal progetto multidisciplinare che è House of us, ossia l’ombra. L’ombra diventa sentinella benevola e protettrice ma al contempo rappresentazione effimera dell’invisibilità femminile in un patrimonio genetico passato di madre in figlia, volta a raccontare letteralmente di “una vita vissuta nell’ombra”. Queste nostalgiche figure blu sono riprese nel progetto in scena alla Casa Tre Oci in grande scala, riprodotte a misura d’uomo ed integrate nella narrazione performativa.
House of Us. Part I – The mother: la performance alla Casa dei Tre Oci
A metà tra un diario intimo e un viaggio immersivo, il progetto performativo House of Us. Part I – The Mother, una creazione originale ideata e diretta da Irina Brook, ha debuttato martedì 29 novembre alla Casa dei Tre Oci, dove rimarrà in scena fino all’11 dicembre. Attraverso installazioni scultoree, video e audio la regista franco inglese anima le sale del palazzo invitando il pubblico a esplorare le stanze di una casa, metafora della vita dell’artista. House of us. Part I- The Mother è una produzione TSV – Teatro Nazionale appositamente reinventata per il suggestivo palazzo della Casa dei Tre Oci alla Giudecca, trasformato in palcoscenico d’eccezione grazie alla collaborazione con Marsilio Arte, Fondazione di Venezia e Berggruen Institute. All’interno di questa House of us una varietà di immagini, oggetti, installazioni visive e paesaggi sonori evocano i ricordi della madre di Irina, l’attrice Natasha Perry, scomparsa nel 2015. Nel cuore della casa i 10 attori neo diplomati dell’Accademia Teatrale “Carlo Goldoni”, che reciteranno in inglese e in italiano, e l’attore Geoffrey Carey abiteranno le stanze che contengono immagini e ricordi permanenti. Il movimento del pubblico – il cui ingresso allo spettacolo è organizzato con 4 turni cadenzati alle 17, 18, 19 e 20 – così come quello degli attori, è libero e senza vincoli tra gli spazi. La narrazione viene reinventata in ogni momento, come nella vita.