Trittico dantesco
Padova / Teatro Maddalenetutte le repliche di un Inferno sono SOLD OUT!
Un Inferno, un Purgatorio, un Paradiso. Trittico dantesco è la riscrittura delle tre Cantiche della Divina Commedia che, nell’anno del VII centenario dalla morte del Sommo Poeta, il Teatro Stabile del Veneto ha voluto affidare a tre tra i più interessanti drammaturghi contemporanei Fausto Paravidino, Letizia Russo e Fabrizio Sinisi, per la messa in scena di un solo spettacolo in tre parti distinte sapientemente diretto da Fabrizio Arcuri e arricchiti dalle musiche originali di Giulio Ragno Favero. Un’impresa iniziata con un lavoro di composizione durato circa sei mesi e approfondito nel corso di tre seminari di perfezionamento aperti a giovani drammaturghi provenienti dall’intera penisola, ai quali è stata offerta la possibilità di penetrare i significati e la struttura della Commedia. Terminato il processo compositivo, nel gennaio 2021 a Padova al Teatro Maddalene sono iniziate le prove con gli attori della Compagnia Giovani del Teatro Stabile del Veneto, selezionati tra coloro che si sono diplomati negli ultimi anni presso l’Accademia Teatrale Carlo Goldoni nell’ambito del Modello TeSeO Veneto – Teatro Scuola e Occupazione.
Lo spettacolo rientra tra le iniziative di Visioni di Dante un programma ideato dal Teatro Stabile del Veneto con Fabrizio Arcuri e selezionato dal Progetto del MiBACT Dante 2021 – Comitato nazionale per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri.
Note di regia
di Fabrizio Arcuri
Trittico Dantesco nasce fin dall’inizio con l’idea di rintracciare all’interno della Divina Commedia i motivi principali e il contesto entro cui Dante ha inscritto la sua opera. Riferirsi alla Commedia oggi significa in primo luogo individuare un contesto, un mondo di riferimento, che sia adeguato alla nostra vita e che abbia la stessa presenza e la stessa forza che la religione aveva nel testo del poeta. Ma significa anche individuare quali sono i motivi principali che muovono le persone e le nostre società.
Per qualche motivo siamo portati a pensare che il mondo attuale sia più complesso e più stratificato e che sopporti malamente le semplificazioni. Tuttavia il desiderio, e quindi la ricerca del piacere, sono ancora motori importanti per la vita di tutti noi, e su questo agisce la politica e l’economia.
Spesso siamo spinti, direi quasi costretti, a desiderare cose di cui non abbiamo veramente bisogno e che sono il frutto di un immaginario costruito al fine di farcele desiderare, allontanandoci in qualche modo da quelli che sono i nostri veri desideri.
Se il teatro può ancora avere senso nella nostra contemporaneità, forse questo va rintracciato proprio nella possibilità di prendersi cura dell’immaginario delle collettività, nel tentativo costante di mostrarlo nella sua innata prismaticità e in tutta la sua complessità, senza alcun bisogno di costringerlo entro confini rassicuranti, compito della pubblicità e del marketing.
La produzione si inserisce nell’ambito del progetto Visioni di Dante, un programma ideato dal Teatro Stabile del Veneto e selezionato dal Progetto del MiBACT Dante 2021 – Comitato nazionale per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri.
La Compagnia Giovani è parte dell’Accordo di Programma tra Regione Veneto e Teatro Stabile del Veneto con la partnership di Accademia Teatrale Veneta per la realizzazione di un Ciclo Completo di Formazione Professionale per Attori – Modello TeSeO Veneto – Teatro Scuola e Occupazione (DGR n. 1037 del 17 luglio 2018).
Trittico dantesco
Evento finito il 23 Maggio 2021.
tutte le repliche sono SOLD OUT!
Leggi il fogli di sala
Nell’Inferno una donna prende atto del modo in cui ha deciso di ricordare gli eventi che compongono il suo passato. Si cerca. Tutto ciò che accade in genere viene come riorganizzato e narrato a vantaggio della persona che vogliamo essere o che crediamo di essere, e spesso omettiamo o modifichiamo i ricordi in funzione di questo. La memoria è il principio post-psicanalitico della nostra identità e la narrazione è il territorio in cui si stratifica la nostra identità. Questo potrebbe valere anche per la storia con la S maiuscola, la società ricorda determinati autori e certe imprese in funzione della narrazione dominante e trascura episodi e personaggi che non concorrono alla strutturazione della memoria, e quindi all’identità che si è deciso di conservare e tramandare.
Fabrizio Arcuri
La produzione si inserisce nell’ambito del progetto Visioni di Dante, un programma ideato dal Teatro Stabile del Veneto e selezionato dal Progetto del MiBACT Dante 2021 – Comitato nazionale per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri.
La Compagnia Giovani è parte dell’Accordo di Programma tra Regione Veneto e Teatro Stabile del Veneto con la partnership di Accademia Teatrale Veneta per la realizzazione di un Ciclo Completo di Formazione Professionale per Attori – Modello TeSeO Veneto – Teatro Scuola e Occupazione (DGR n. 1037 del 17 luglio 2018).
INFORMAZIONI
È possibile utilizzare i voucher e le Gift Card in corso di validità
È possibile acquistare i biglietti tramite Carta del docente e App18
In vendita dal 30 aprile solo online su www.teatrostabileveneto.it e dal 04 maggio presso la biglietteria del Teatro Verdi
Orario biglietteria
Teatro Verdi
da martedì a sabato
dalle 10.00 alle 13:00 e dalle 15.00 alle 17.00
Teatro Maddalene
da mercoledì a sabato dalle 18.00 a inizio spettacolo
domenica dalle 15.00 a inizio spettacolo
ATTENZIONE: l’abbonamento a tre spettacoli è acquistabile solo in Biglietteria
intero | 20,00 | sostenitori | 14,00 | under26 | 12,00 | abbonamento Trittico dantesco | 45,00 |
tutte le repliche sono SOLD OUT!
Leggi il fogli di sala
Nel Purgatorio siamo in uno stato invaso da forze militari, una di quelle vicende che potrebbero collocarsi tra la guerra in Bosnia o in qualche territorio del Medio oriente dove le Forze della Pace esercitano l’esportazione di democrazia. Una donna e una morta si confrontano sulle conseguenze delle loro scelte, sul loro attivismo e sulla dignità. Due sciacalli le derubano e si appropriano di tutti i loro averi. Nel Purgatorio, Dante incontra Stazio e questo gli da motivo di iniziare una lunga riflessione sul ruolo della poesia e degli intellettuali e sul coraggio delle proprie scelte.
Fabrizio Arcuri
La produzione si inserisce nell’ambito del progetto Visioni di Dante, un programma ideato dal Teatro Stabile del Veneto e selezionato dal Progetto del MiBACT Dante 2021 – Comitato nazionale per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri.
La Compagnia Giovani è parte dell’Accordo di Programma tra Regione Veneto e Teatro Stabile del Veneto con la partnership di Accademia Teatrale Veneta per la realizzazione di un Ciclo Completo di Formazione Professionale per Attori – Modello TeSeO Veneto – Teatro Scuola e Occupazione (DGR n. 1037 del 17 luglio 2018).
INFORMAZIONI
È possibile utilizzare i voucher e le Gift Card in corso di validità
È possibile acquistare i biglietti tramite Carta del docente e App18
In vendita dal 30 aprile solo online su www.teatrostabileveneto.it e dal 04 maggio presso la biglietteria del Teatro Verdi
Orario biglietteria
Teatro Verdi
da martedì a sabato
dalle 10.00 alle 13:00 e dalle 15.00 alle 17.00
Teatro Maddalene
da mercoledì a sabato dalle 18.00 a inizio spettacolo
domenica dalle 15.00 a inizio spettacolo
ATTENZIONE: l’abbonamento a tre spettacoli è acquistabile solo in Biglietteria
intero | 20,00 | sostenitori | 14,00 | under26 | 12,00 | abbonamento Trittico dantesco | 45,00 |
tutte le repliche sono SOLD OUT!
Leggi il fogli di sala
Se l’Inferno è la riorganizzazione del passato, il Purgatorio in qualche modo riflette il nostro presente dove gli intellettuali usano la Cultura a proprio vantaggio personale e non per la sua capacità di eversione, facendole perdere peso e ruolo nella Società, il Paradiso è una specie di futuro, di presente avanzato in cui si sono avverate tutte le profezie sul clima e sulla tecnologia. La scienza ci regala frontiere verso l’immortalità e diventa un Dio regolato da algoritmi che controllano tutto.
Un trittico che prende spunto da Dante per riflettere sulla fine del pensiero occidentale e sulla confusione di cui siamo vittime. Una sorta di storia dell’occidente colta nel suo apice un momento prima del tracollo, quello che in fondo rappresenta la divina commedia per il medioevo.
Fabrizio Arcuri
La produzione si inserisce nell’ambito del progetto Visioni di Dante, un programma ideato dal Teatro Stabile del Veneto e selezionato dal Progetto del MiBACT Dante 2021 – Comitato nazionale per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri.
La Compagnia Giovani è parte dell’Accordo di Programma tra Regione Veneto e Teatro Stabile del Veneto con la partnership di Accademia Teatrale Veneta per la realizzazione di un Ciclo Completo di Formazione Professionale per Attori – Modello TeSeO Veneto – Teatro Scuola e Occupazione (DGR n. 1037 del 17 luglio 2018).
INFORMAZIONI
È possibile utilizzare i voucher e le Gift Card in corso di validità
È possibile acquistare i biglietti tramite Carta del docente e App18
In vendita dal 30 aprile solo online su www.teatrostabileveneto.it e dal 04 maggio presso la biglietteria del Teatro Verdi
Orario biglietteria
Teatro Verdi
da martedì a sabato
dalle 10.00 alle 13:00 e dalle 15.00 alle 17.00
Teatro Maddalene
da mercoledì a sabato dalle 18.00 a inizio spettacolo
domenica dalle 15.00 a inizio spettacolo
ATTENZIONE: l’abbonamento a tre spettacoli è acquistabile solo in Biglietteria
intero | 20,00 | sostenitori | 14,00 | under26 | 12,00 | abbonamento Trittico dantesco | 45,00 |
Anna Garbo, poeta di Padova e studentessa del corso di laurea magistrale in “Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale” durante i mesi di prove al Teatro Maddalene è entrata in questo laboratorio creativo e ha catturato in un vero e proprio diario di bordo dinamiche e sentimenti di quanto stava accadendo. Questi stralci nascono dal lavoro che Anna sta facendo per la sua tesi di laurea con la supervisione della prof.ssa Cristina Grazioli. Mentre la data del debutto si avvicina vi portiamo indietro nel tempo per assaporare la nascita e l’evoluzione di questo spettacolo.

Appena possibile si approda in teatro. Posti fissi. Ognuno ha la sua poltroncina e per il momento non ci si muove da lì. Il palco del Teatro delle Maddalene è affollato da un vuoto duro da scalfire. La parola apre all’azione. Questo crea uno sfondamento all’isolamento. Cominciamo. La pedana risuona i primi passi, rimbalzano le prime voci, l’ambiente si scalda immediatamente al solo spostare lo sguardo sul palco e incrociandolo con chi ora ci sta. L’energia corre, l’aria si infiamma, il respiro si calma: ci relazioniamo con l’Altro.
Si inizia a costruire il Paradiso di Fabrizio Sinisi.
«Viviamo nell’illusione che questo sia il mondo e che non ci sia più un fuori»
Difficile collocare la distopia, se dentro o fuori dal palco.
Fabrizio Sinisi in un’intervista dice: «Quello che mi interessa è usare il teatro per far affiorare la natura epica, religiosa, misterica della realtà» e questa sembra la chiave d’accesso per il suo Paradiso. L’ambientazione futuristica immaginata da Sinisi si avvicina paurosamente al reale, così che gli attori sembrano accollarsi il peso di una parola vicina al vero. Col passare del tempo le scene prendono polpa, volume, perché lo spazio viene amplificato dalla definizione delle battute, dalla maggiore presenza degli attori in scena, dalla maggiore aderenza al testo.
Sinisi come un sarto arriva ad apportare modifiche a fianco del regista, dopo aver assistito alla messinscena di oltre tre ore di montato. Arcuri è un perfetto mediatore, arduo è il lavoro di allineamento tra scrittura e scena. Fabrizio Arcuri: «L’unico modo di lavorare è questo. Far vedere al drammaturgo la scena in modo che si renda conto dove la scrittura può aprirsi e quindi dove poter intervenire.»
Costruire un paradiso senza spezzare il desiderio altrui sembra impossibile. «Rendimi felice» tuona come un imperativo. Tutto finisce come era iniziato, in un inquietante loop allucinatorio in cui «niente è perso, possiamo ricrearlo di nuovo.»
L’Inferno si apre cautamente come Dante, nel mezzo della strada della vita. Poi è un crescendo di tensione. I primi frammenti scritti da Fausto Paravidino, appaiono sul palco, come un banchetto della crudeltà. I peggiori mali del contemporaneo vengono rappresentati animandosi uno dopo l’altro attorno a una tavola. Alcune battute sembrano riverberare come in un sogno a cui assistiamo, fatto di pezzi di un reale vissuto in prima persona. Siamo presi dalla stessa angoscia che colpisce la protagonista. Al frammento #13, nel modo più umano possibile si parla di violenza sulle donne. Inevitabile all’inferno. La descrizione di meccanismi così semplici da intendere, sempre uguali, eppure così apparentemente impossibili da scardinare. Nel Frammento #15, un vortice a spirale descrive il girone infernale del marketing aziendale. Il movimento in scena è frenetico, gli attori si muovono compatti per seguire ciò che dice il Capo, assoggettato al luogo comune. Se il finale del Paradiso sembra non lasciare vie di fuga, l’Inferno lascia un’apertura, un possibile riconciliamento con noi stessi.
Anche il Purgatorio di Letizia Russo prende forma. Scorre tutto d’un fiato dall’inizio alla fine. Due donne all’interno di un’auto. Due sorelle. Una è lo spettro di una combattente per la libertà. L’altra è la sopravvissuta, quella che non ha voluto essere parte attiva del conflitto. Ora deve lasciare andare le ceneri del passato che torna come scena che si ripete all’infinito. Il coinvolgimento emotivo è massimo. Si prova all’aperto, dentro un’auto parcheggiata fuori dal teatro. Nonostante i rumori della strada, la prova attoriale tiene l’attenzione sempre viva. Al copione è stata aggiunta una scena finale su richiesta del regista, con l’intenzione di far emergere la condizione dell’intellettuale nel mondo contemporaneo. Entrano in scena due sciacalli che portano via tutto quello che possono dal cadavere della donna morta, ma che si accorgono infine della bellezza, la cui voce non si perderà, ma perdurerà nel tempo. Si fa viva l’istanza politica, ovvero l’emergenza di inscrivere il contemporaneo all’interno della scrittura scenica. Il Purgatorio appare come il tempo che non sembra mai finire, il tempo dell’indecisione, il tempo delle cose che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto.


Gli oggetti di scena arrivano un po’ alla volta. Barelle, una tenda da campeggio, un canotto, grandi scaffali. In questa particolare realizzazione scenica non c’è una vera e propria scenografia. Lo scenografo, Alberto Nonnato, descrive Paradiso e Inferno come “due grandi scatole, una bianca e una nera” dove gli oggetti “accadono”, prendono vita e si muovono grazie agli attori e agli aiuto registi, coinvolti durante tutto lo spettacolo nei vari cambi scena. Gli scaffali presenti nel paradiso, accolgono oggetti d’arte realizzati con la collaborazione degli studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Venezia. In un purgatorio, dove la messinscena è più cinematografica, sono presenti solo un’auto (ndr prestata da Motus) e un fondale su cui vengono proiettate immagini in movimento. L’impatto visivo è davvero grandioso, il lavoro dietro le quinte enorme, come l’attesa per il debutto.

Teatro Maddalene
Centralino | +39 049 8777011 |
Biglietteria | +39 049 87770213 |
Coordinatore | direzione.teatroverdi@teatrostabileveneto.it |
Richiesta informazioni | info@teatrostabileveneto.it |