Una visione distopica, futuribile, ma non troppo.
Un dramma corale che racconta violenze e prevaricazioni di un sistema sociale autoritario.
Una creazione irriverente e provocatoria, che affronta tematiche sensibili della contemporaneità.
Right accompagna lo spettatore dentro ad un allevamento intensivo di Vergini atte alla riproduzione, un lager dove si tenta di salvare una specie.
Le giovani sono accudite da un gruppo di anziane, le sagge (?), le carceriere, a loro volta figlie e madri, generatrici di vita.
Da tempo immemore viene perpetrata una ritualità utile a garantire la sopravvivenza della comunità. È sempre stato così e sempre sarà.
Questa volta però il meccanismo si inceppa e prende spazio la coscienza individuale…
Right scardina il silenzio attraverso una messa in scena diretta e spietata; un messaggio incisivo che spinge lo spettatore oltre l’atto performativo, mettendo in discussione i principi di giustizia sociale e diritti individuali.
Dentro il lavoro si leggono: i soprusi eternamente compiuti a discapito delle donne, la violenza taciuta negli allevamenti intensivi e tutte le forme di imposizione forzata, di potere inteso come oltraggio mentale e fisico.
Si racconta un atto di coraggio e la forza della ribellione, il diritto di decidere per se stessi e il proprio corpo.
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